"Devo pensare all’incolumità della mia famiglia, di mia moglie e soprattutto di mia figlia, ed è per questo che da qualche notte mi addormento con il fucile da caccia carico accanto al letto".
Non è la dichiarazione dell’attore di un film d’azione, ma quella di un giovane padre di famiglia comprensibilmente preoccupato per l’escalation di furti e di episodi di criminalità che si registra ad Agnone e nei centri dell’Alto Molise e del confinante Vastese. "Non mi interessa se entrano in casa a rubare, - confessa il genitore - ma il pensiero che degli estranei, dei delinquenti, possano insidiare mia moglie o la mia piccola mi fa perdere la ragione. Chiediamo protezione e sicurezza alle autorità , ma sono pronto ad usare le armi per difendere i mie affetti, la mia vita". Un’ammissione forte, quasi provocatoria nei confronti di chi dovrebbe garantire l’ordine e la sicurezza. Come dire: se lo Stato non ci protegge, ci pensiamo da soli. Un giovane papà che ammette alla stampa, precauzionalmente tutelato dall’anonimato, di essere pronto ad utilizzare un’arma da fuoco contro i ladri per difendere la sua famiglia, la sua proprietà . Il rischio è quello di essere incriminati per eccesso di legittima difesa, o addirittura per tentato omicidio volontario, ma la difesa della propria moglie e della propria figlia è il bene primario, tutto il resto passa in secondo piano. Un discorso che magari esula dalla legalità , ma che non fa una piega e che ogni genitore potrebbe condividere. E a quanto pare quello del papà pronto a sparare non è affatto un caso isolato, ma sarebbero diversi i molisani e gli abruzzesi pronti ad utilizzare armi da caccia per difendersi dalle intrusioni notturne dei malintenzionati. Le armi detenute legalmente in zona sono numerose, perché l’attività venatoria è una pratica abbastanza diffusa nelle aree montane. Se solo una parte di quei cacciatori decidesse di imbracciare i fucili per respingere l’assalto di ladri e delinquenti l’Alto Molise e il vicino Vastese si trasformerebbero in una sorta di Far West. Segnali preoccupanti, dunque, dichiarazioni forti che sono il sintomo di una sorta di psicosi collettiva. Richieste di attenzione che le autorità competenti, le Forze dell’ordine, il Comune, ma soprattutto la Prefettura, dovrebbero tenere in debita considerazione, per evitare pericolose derive, sempre più realistiche.