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Ospedale di Agnone: ecco le proposte di Chiesa, Comune, comitati e medici

redazione
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Gli amministratori del Comune di Agnone,  i consiglieri dei gruppi di maggioranza e di minoranza, i rappresentanti dei Comitati Civici “Articolo 32”, “il Cittadino C’è”, l’associazione “Insieme” e l’associazione “Tradizioni e Sviluppo”, i primari di Medicina, Anestesia e Rianimazione, il responsabile del Pronto Soccorso, il rappresentante dell’Ufficio Pastorale della Pastorale della Salute, si sono riuniti per valutare in modo più puntuale e preciso il contenuto del PDG n. 1455 del 19 dicembre 2013 e relativo allegato, relativamente alla sorte dello Stabilimento Ospedaliero Caracciolo.

PREMESSO CHE

Si esprime gratitudine e apprezzamento verso il Presidente della Regione Molise, nonché commissario ad acta per il Piano di Rientro dal Disavanzo Sanitario, Dott. Paolo Di Laura Frattura, per la chiarezza e linearità del percorso seguito e per il finora puntuale rispetto degli impegni presi pubblicamente e negli incontri tecnici in merito all’organizzazione sanitaria dell’Alto Molise;
Che tutti i soggetti convenuti esprimono moderata soddisfazione e ottismo per il documento iniziale di riordino delle Macroaree Ospedaliera e Territoriale, frutto degli atti conseguenti al Decreto n. 20 dell’8 marzo 2013 e del Programma Operativo 2013-2015, depositato presso i Ministeri competenti il 10 dicembre 2013, che avvia un processo di riorganizzazione complessiva dell’ASREM, successivamente e puntualmente definito dall’Atto Aziendale previsto per il 31 gennaio 2013, in quanto si evince la permanenza di una struttura definita “Presidio Montano di Rete” assegnata alla complessiva gestione territoriale con posti letto ospedalieri per acuti in numero di 25, organizzati  AREA MEDICA e AREA CHIRURGICA, sebbene sotto la direzione del Distretto di Agnone con 2 UOC e 2 UOS relative a tali aree riferentisi alla gestione territoriale.

 

TUTTAVIA, IN SPIRITO COSTRUTTIVO DI DIALOGO E LEALE COLLABORAZIONE CON LA STRUTTURA REGIONALE
PROPONGONO LE SEGUENTI VALUTAZIONI, INTEGRAZIONI, CORREZIONI E SPECIFICAZIONI:

1. Il bacino di utenza della struttura, di fatto calcolato in 12.646 abitanti, in realtà è costituito dai Comuni molisani di Agnone, Belmonte del Sannio, Capracotta, Castelverrino, Pescopennataro, Carovilli, Roccasicura, Vastogirardi, Sant’Angelo del Pesco, Castel del Giudice, Poggio Sannita, Pietrabbondante, San Pietro Avellana, Chiauci, Pescolanciano, Civitanova del Sannio, Bagnoli del Trigno, Salcito, Trivento, Roccavivara, e dai Comuni abruzzesi di  Schiavi d’Abruzzo, Montazzoli, Castelguidone, Fraine, Castiglione Messer Marino, Rosello, Borrello, Roio del Sangro, storicamente affluenti al Caracciolo, ed è un area montana disagiata ed emarginata nelle Regioni Abruzzo e Molise di circa 28.519 (dati 2010), per cui l’accordo di confine con la Regione Abruzzo, ricordato, va raggiunto al più presto. In questa logica trova giustificazione piena il Presidio Montano di Rete ipotizzato.

2. L’organizzazione del Presidio montano di Rete non è inquadrata nella Macroarea Ospedaliera, ma in quella Territoriale: i convenuti concordano nel sostenere che se tale organizzazione rappresenta un nuovo modello, magari suggerito dall’AGENAS, che supera gli schemi tradizionali ospedale/territorio per fornire assistenza sanitaria e socio-sanitaria integrata ospedaliero/territoriale valida per le realtà montane disagiate e le piccole isole, superamento del modello del Presidio Ospedaliero in zona particolarmente disagiata di cui si parlava nel Regolamento sugli Standard Ospedalieri, e quindi atto a garantire l’emergenza urgenza ospedaliera in tali aree, non si può che accogliere con favore tale sperimentazione e organizzazione; se invece essa rappresenta, come potrebbe essere espresso ambiguamente dal titolo a pag. 18 e successivo capoverso “ Ospedale di Comunità (Presidio montano di rete) una fase di passaggio verso la tipologia Ospedale di Comunità – Casa della Salute, essa non è assolutamente condivisibile : qui il gruppo di lavoro e di studio ha avuto più di qualche perplessità, che si propone sia chiarita nel primo modo, con la seguente formulazione proposta (in corsivo sottolineato le correzioni proposte):

Ospedale di comunità e Presidio Montano di Rete

L’ospedale di comunità è una struttura residenziale in grado di erogare assistenza sanitaria di breve durata. Esso è riservato a quei pazienti che, pur non presentando patologie acute ad elevata necessità di assistenza medica, non possono tuttavia essere assistiti adeguatamente a domicilio per motivi socio sanitari. Possono accedere all’ospedale di comunità, ad esempio, malati affetti da patologie croniche che periodicamente necessitano di controlli o terapie particolari, persone che a seguito di malattie acute o evolutive necessitano di terapie difficilmente erogabili a domicilio per la loro riabilitazione. Tale struttura viene localizzata come aggiuntiva nello stabilimento ospedaliero San Francesco Caracciolo ricovertito in Presidio Montano di Rete, che sarà dotato di posti letto di branca chirurgica e di branca medica (con particolare attenzione alla Reumatologia), di alcuni posti di Riabilitazione-Lungodenza, che potranno essere usati anche a tale scopo. La gestione di tale tipologia di cura e dei pazienti relativi è affidata al personale delle Aree medica e chirugica del Presidio.

3. Dalla considerazione che i posti assegnati sono solo quelli relativi al 3,0 X 1000 relativi alle acuzie, si chiede, anche in ragione della configurazione di Presidio Montano di Rete adottato, l’assegnazione di un numero adeguato a valere sugli 88 posti per strutture pubbliche relativi allo 0,7 X1000 di posti di riabilitazione-lungodegenza, anche in base alla proposta del 4 ottobre 2013 formulata in sede di incontro tecnico di posti di riabilitazione polmonare post intensiva.

4. Nel momento che si adotti tale configurazione di Presidio Montano di Rete, lo stesso deve essere dotato di tutti gli strumenti tecnici adeguati ad una struttura ospedaliera che debba garantire emergenza/urgenza h24, e che fa diagnosi e cura per patologie ben definite nelle possibilità della struttura, e di conseguenza vanno costruiti adeguatamente i servizi. Si chiede, per tale motivo, l’esplicita menzione di permanenza del Pronto Soccorso con relativi posti di Astanteria H24. Di conseguenza a livello di personale va garantita l’autonomia organizzativa per garantire i servizi e il funzionamento delle Aree Medica e Chirurgica h24, in quanto i 25 pl sono per acuti. Ciò comporta il conseguente completamento della pianta organica stabilita.

5. Per quello che concerne il personale dei servizi (Radiologia, Laboratorio Analisi, Anestesia e Rianimazione) in un discorso di rete territoriale ospedaliera va raccomandata l’assegnazione effettiva di contingenti adeguati per garantire l’H24 per 365 giorni l’anno, anche con la previsione di pronta disponibilità H12 se necessario, e facenti capo alle U.O.C. relative di Campobasso-Fondazione (Laboratorio Analisi) e Veneziale di Isernia (Anestesia e Rianimazione, Radiologia), con autonomia locale organizzativa coordinata dai direttori di UOC responsabili.

6. Le UOC ed UOS assegnate devono essere mantenute e rimpiazzate in caso di pensionamenti o trasferimenti e i contingenti medici, infermieristici, tecnici ed ausiliari assegnati e assunti devono garantire l’H24 senza disservizi o criticità, anche l’attraverso l’assunzione di figure professionali a tempo determinato fino all’espletamento dei concorsi relativi fermi a causa del blocco del turn over, affinché siano garantiti all’utenza prestazioni sanitarie reali.
 

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