Un vero comandante non abbandona la nave che affonda. E Enrico Di Giuseppantonio dimostra di essere un vero comandante. Un politico e non un volgare politicante.
Lo abbiamo criticato aspramente, attaccato ogni giorno anche con ferocia, sia pure sempre con lealtà e senza mai scendere sul piano personale, denunciando i ritardi e le inefficienze ben note della Provincia, ente che consideriamo inutile e da abolire. E proprio perché siamo stati sempre leali con il presidente Di Giuseppantonio possiamo oggi permetterci il lusso di lodare pubblicamente il suo operato, una sua scelta coerente e corretta nei confronti degli elettori.
La questione è questa: le elezioni regionali sono alle porte, si voterà a maggio, e la corsa alle candidature è già iniziata. Nei giorni scorsi diversi assessori provinciali hanno rassegnato le dimissioni, abbandonando la Provincia e anche il presidente che li ha nominati in giunta elevandoli al rango di amministratori. I nomi dei fuggiaschi sono questi, aggiornati ad oggi, ma il loro numero potrebbe anche aumentare nelle prossime ore: Nico Campitelli, Daniele D'Amario, Remo Di Martino, Donatello Di Prinzio, Alessio Monaco e Mauro Petrucci.
Questi politici, o presunti tali, hanno legittimamente fatto una scelta, anteponendo la propria carriera politica, o meglio il miraggio di una carriera in Regione, agli impegni presi con gli elettori, con i cittadini del Chietino che li hanno eletti. Scela legittima, ovvio, ma altrettanto opinabile. Troppo semplice abbandonare la nave, la Provincia, mentre sta affondando, tra l'altro lasciando il presidente e il suo vice Antonio Tavani in un mare di guai, alla guida di un ente senza più risorse in cassa.
"Non posso e non voglio dimettermi da Presidente della Provincia di Chieti - ha sottolineato Di Giuseppantonio - per senso di responsabilità , tenuto conto della situazione finanziaria dell'Ente e per la storica transizione che le Province si apprestano a vivere. Per questo gli ultimi mesi del mio mandato richiedono perfino una maggiore diligenza e operosità ".
Già , quel senso di responsabilità che invece non hanno dimostrato gli assessori dimissionari. Diciamolo con franchezza: tra quei nomi il presidente Di Giuseppantonio avrebbe avuto realisticamente molte più possibilità di essere eletto in Regione. Ma lui non si è dimesso, è rimasto al suo posto, alla guida di un ente ormai inerme e senza un soldo da spendere. Di Giuseppantonio non è Schettino. E lo ha dimostrato.
Presidente, per quello che può valere, chapeau.
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