SCHIAVI DI ABRUZZO - "L'aborto è un un peccato gravissimo che grida vendetta al cospetto di Dio".
Duro come un cazzotto in pieno volto, chiaro oltre ogni ragionevole dubbio. E' il messaggio di don Antonio Di Palma, parroco di Schiavi di Abruzzo, pronunciato durante l'omelia domenicale in occasione della giornata per la vita.
Il sacerdote ha preso spunto dalla celebrazione della giornata per la tutela della vita per denunciare una diffusa "cultura della morte" che è entrata anche negli ambienti cattolici e cristiani.
"I bambini vengono uccisi con tranquillità , con leggerezza. - ha tuonato dall'altare don Antonio Di Palma - Ma di tutto ciò i responsabili dovranno rendere conto a Dio. Noi cristiani dobbiamo lottare, batterci in ogni maniera possibile contro questa pratica che è un terribile peccato mortale".
E la sua parrocchia infatti è stata una delle poche, in tutta la diocesi, dove sono state raccolte le firme per l'iniziativa europea "Uno di noi" a tutela degli embrioni umani.
Continuando il sacerdote ha toccato anche aspetti meno teologici e morali del problema, dei risvolti pratici e sociali: "Le conseguenze di questo continuo massacro sono anche sociali, perché se non facciamo nascere i bambini la nostra società invecchierà sempre di più. L'Italia è diventato infatti un paese di anziani e di malati".
"La vita è sacra, - ha ribadito in chiusura don Antonio Di Palma - dal concepimento alla sua fine naturale. L'aborto e l'eutanasia, per noi cristiani, devono essere inconcepibili. Non è consentito all'uomo di poter intervenire per mettere fine alla vita altrui o alla propria, perché siamo tutti stati creati a immagine di Dio".