"Solidarietà ai lavoratori di tutte le agenzie di stampa, ma non dimentichiamo che gli stessi problemi di sopravvivenza li sta vivendo l'emittenza televisiva locale, stritolata tra l'inadempienza del Governo, che negli ultimi anni ha ridotto dell'80 per cento le sovvenzioni pubbliche, e l'arroganza delle amministrazioni locali, che non ottemperano all'obbligo di legge della pubblicità istituzionale".
A dirlo all'Ansa è il senatore di Nuovo Centrodestra, Ulisse Di Giacomo, Coordinatore regionale del Molise.
Un intervento deciso, quello del senatore Di Giacomo, in difesa dell'emittenza televisiva locale, un settore in crisi, certo, ma non meno di altri comparti dell'informazione molisana, come la carta stampata e il giornalismo on line. Già perché l'informazione, in Molise come altrove, non è più solo la tv. Anzi, lo è sempre meno, scavalcata dai nuovi mezzi di comunicazione, il giornalismo on line in testa.
Si è accorto, il senatore Di Giacomo, che recentemente proprio nel suo Molise ha chiuso una testata giornalistica? I Fatti del Nuovo Molise ha cessato le edizioni lasciando a casa, senza lavoro e con un anno di stipendi arretrati, decine di giornalisti. Ne ha avuto contezza il senatore Di Giacomo? E quella testata ha chiuso anche perché molti soggetti, pubblici e privati, istituzioni comprese, non hanno pagato gli spazi pubblicitari acquistati. E non hanno ancora pagato, nonostante i giornalisti siano in attesa degli stipendi arretrati. Può fare qualcosa in merito, senatore?
E sa, il medesimo senatore, quale è la situazione contrattuale della quasi totalità dei giornalisti molisani? Faccia un giro nelle redazioni delle testate giornalistiche molisane, chieda di vedere i contratti, verifichi chi è contrattualizzato e in che termini, prenda visione dei "compensi" molto più simili ad elemosine che a veri stipendi. Magari in questo giro "ispettivo" si faccia accompagnare da qualche rappresentante dell'ordine dei giornalisti del Molise oppure dagli ispettori dell'Inpgi. Poi ne riparliamo.
Oppure si informi sui ridicoli, offensivi e umilianti compensi dati ai giornalisti che scrivono sulle testate on line da sedicenti editori.
E infine, non crede il senatore della repubblica Di Giacomo che la carta stampata e soprattutto il settore emergente e trainante dei giornali on line rappresentino altrettanti pilastri dell'informazione locale, al pari dell'emittenza televisiva, e dunque meritevoli eventualmente di quelle "sovvenzioni pubbliche" che permetterebbero la sopravvivenza, il pluralismo e magari anche di pagare stipendi equi e dignitosi ai giornalisti?
I soldi pubblici per l'editoria, per garantire il pluralismo e la libertà di espressione, o vanno assegnati a tutti, tv, stampa e web, senza distinzioni, o a nessuno. Non trova senatore?
Ci faccia sapere, siamo a sua disposizione
effebottone@gmail.com