Siamo sicuri che il taglio dei posti letto, dei servizi, dell’assistenza sul territorio, della riabilitazione, etc. nella sanità della nostra ASL sia davvero necessario? Vediamo cosa accade altrove. I dati OECD pubblicati recentemente, fotografano una condizione che dovrebbe far riflettere. L’Italia con il suo 3,4‰ di posti letto per acuti è ben al di sotto della media OECD (4,8‰). Il confronto con gli altri Paesi europei a noi vicini per condizioni economiche e sociali diventa addirittura imbarazzante. La Germania è all’8,3‰, l’Austria al 7,7‰, la Svizzera al 4,9‰, la Francia al 6,4‰. E là dove la dotazione di posti letto è inferiore al 3,5‰ (vedi l’Inghilterra), incominciano a manifestarsi forti dubbi sulle politiche dei tagli. Qui da noi, nel territorio del vastese si è deciso di tagliare tutto ciò che è possibile tagliare. E’ sbagliato perché per ridurre la spesa sanitaria si devono ridurre i ricoveri impropri e l’utilizzo delle strutture ospedaliere, come il pronto soccorso, in modo improprio. Ma se noi andiamo a guardare i dati sulla popolazione del territorio del vastese vediamo che in questo lembo di terra d’Abruzzo abbiamo elevate percentuali di soggetti anziani-fragili, spesso con poli-patologie che presentano frequenti episodi di instabilizzazione, e dunque necessitano di cure e assistenza. Cosa succede a questi pazienti, senza servizi sul territorio? Per loro diventa difficile farsi curare sul territorio, sono costretti loro malgrado a rivolgersi all’ospedale, con i costi che conosciamo perché una prestazione effettuata in pronto soccorso costa molto più che una prestazione effettuata sul territorio o in ambulatori. Ma se si taglia tutto e non si investe sul territorio, diventa difficile anzi impossibile ridurre gli accessi impropri in pronto soccorso e in ospedale. Tagliare i servizi sanitari nei comuni dell’alto vastese dove il medico di famiglia in alcuni comuni è presente solo alcuni giorni a settimana, le guardie mediche vengono chiuse, il servizio di ambulanza H12 è senza medico a bordo, il pediatra è presente un’ora a settimana, molti altri servizi sono carenti per non dire inesistenti, mi chiedo come è possibile fermare il bisogno di salute che arriva dai residente dell’alto vastese? Ecco perché diciamo basta ai tagli ai servizi che non fanno che aumentare il carico di lavoro nel pronto soccorso e di conseguenza i ricoveri impropri. E’ consolidato, nella letteratura scientifica, il dato che lavorare con indici di occupazione dei posti letto ospedalieri superiori alla media comporta un incremento del rischio. Ma qualcuno deve dare una risposta di salute ai cittadini che vivono nei comuni del vastese con una elevata percentuale di persone ultra sessantacinquenni e anziani con diverse patologie. Queste persone senza servizi sul territorio dovranno per forza rivolgersi al pronto soccorso e all’ospedale per farsi curare. Continuando con la politica dei tagli si rischia di trovarci tra qualche anno una seria “ipoteca sul futuro”, un debito sommerso che emergerà progressivamente.