Nuovo passo avanti a beneficio della trasparenza sull’origine dei prodotti alimentari. La Camera dei Deputati ha infatti approvato il DDL sulla competitività agroalimentare che prevede, per la prima volta, anche lo stop alle pratiche commerciali sleali nella presentazione degli alimenti riguardo alla reale origine geografica degli ingredienti utilizzati. Oltre a ciò il testo stabilisce anche che l’origine degli alimenti dovrà essere prevista obbligatoriamente in etichetta e non potrà essere omessa anche nella comunicazione commerciale per non indurre in errore il consumatore. Lo rende noto la Coldiretti sottolineando che in tal modo si rispetta il diritto del cittadino di conoscere gli elementi essenziali che compongono i prodotti in osservanza del codice di consumo.
“Il via libera della Camera a queste nuove norme – afferma soddisfatto il presidente regionale della Coldiretti, Amodio De Angelis - è un importante passo avanti nella battaglia della Coldiretti nell’interesse della trasparenza e del diritto alla scelta consapevole dei consumatori. Infatti – prosegue - secondo l'indagine Coldiretti-Swg sulle abitudini degli italiani, il 97 % dei cittadini ritiene necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti. di conseguenza – aggiunge il presidente - colmare questo ritardo è un risultato importante nell'interesse degli imprenditori agricoli e dei consumatori. Per l’Italia – evidenzia poi De Angelis – il testo servirà anche a valorizzare il vero Made in Italy in una situazione in cui sugli scaffali due prosciutti su tre provengono da maiali allevati all’estero senza una adeguata informazione, tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall'estero ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio indicarlo in etichetta”.
“Una ulteriore novità – spiega infine il direttore regionale della Coldiretti, Angelo Milo - è rappresentata dall’obbligo di indicare la provenienza geografica di tutti gli ingredienti di cui viene indicato in etichetta il nome o l’immagine, dalle merendine alla fragola ai biscotti alle mandorle fino alle patatine all’olio di oliva. Non va peraltro sottovalutata – conclude Milo - la norma che obbliga a costruire la tracciabilità in etichetta dell’eventuale impiego di ogm in qualunque fase della catena alimentare, a partire dai mangimi”.