AGNONE - “Parlerò solo quando Roma si pronuncerà definitivamente, farlo adesso credo sia insensato”.
Franco Giorgio Marinelli, assessore regionale alle Attività produttive e al Turismo replica così a quanti lo accusano di essere rimasto in silenzio in merito la vicenda che avvolge l’ospedale san Francesco Caracciolo.
“Oggi – dice in occasione dell’inaugurazione della nuova caserma dei carabinieri - la gente cerca fatti concreti e non chiacchiere, allora meglio lavorare in silenzio e cercare soluzioni pragmatiche anziché fare uscite le quali potrebbero rivelarsi inconsistenti”.
Insomma, sembra di capire, l’impegno certamente non manca. “Credetemi – riprende l’assessore- ma questa è una vicenda che tengo particolarmente a cuore e non passa giorno che non dedico parte del mio tempo a questa causa”
Marinelli, ci dica la verità: quante possibilità hanno le popolazioni altomolisane e quelle abruzzesi di poter contare ancora sul Caracciolo?
“Le dico una cosa: se Iorio non dovesse essere riconfermato commissario corriamo seri rischi. Non bisogna dimenticare che Roma in altre regioni ha chiuso ospedali di gran lunga superiori a quelli come Agnone. Al contempo resto dell’avviso che la realtà molisana non può e non deve essere paragonata per geografia, per una presenza massiccia di anziani e per altre esigenze alle altre regioni”.
Dunque, se Iorio resterà commissario si potrà tirare un sospiro di sollievo?
“Se Iorio non sarà rimosso l’ospedale di Agnone avrà qualche speranza in più di conservare buona parte di quello che possiede oggi”.
Insomma, Marinelli lei è più ottimista o pessimista?
“Chi mi conosce sa che di natura sono pessimista, ma in questo caso devo ammettere che sono cautamente ottimista e vi spiego il perché. Credo che tutte le volte che Michele Iorio sia venuto ad Agnone per rassicurare la popolazione in merito all’ospedale non lo abbia fatto tanto per prenderci in giro, ma al contrario lo ha fatto perché crede ciecamente di poter tenere in piedi strutture come quelle di Agnone, Larino e Venafro”.
In definitiva pensa che un investimento pubblicato – privato potrebbe portare giovamento ad una struttura già funzionante come quella del Caracciolo?
“Perché no. L’importante e che queste persone, nel caso dovessero esserci, siano serie e non vengano ad Agnone a speculare. Per far funzionare una struttura sanitaria ci vogliono persone motivate e che capiscano di sanità. Noi come Regione siamo pronti a fare la nostra parte”.