“La tratta ferroviaria Castel di Sangro-Carpione va potenziata attraverso un programma di rivitalizzazione e di promozione; per questo se ben utilizzata, non potrà che apportare benefici a territori che hanno bisogno di infrastrutture funzionanti e non possono più tollerare tagli che giungono da ogni parte e provocano uno spaventoso depauperamento del territorio ed una emigrazione continua”. E’ quanto scrive l’onorevole Anita Di Giuseppe (Idv) al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli. Nel ripercorrere le tappe che hanno portato alla soppressione della linea, l’esponente dell’Italia dei valori: “Il provvedimento è stato adottato da Trenitalia e dalla regione Abruzzo, quest'ultima competente sulla tratta soppressa per effetto dell'accordo del luglio 1998 tra il Ministero dei Trasporti, le regioni Abruzzo, Molise e Campania che assegnava alla regione Abruzzo la gestione della tragitto ferroviario in questione – scrive Di Giuseppe - a parere della CGIL Trasporti Molise, Trenitalia giustifica i tagli adducendo le disposizioni della contestatissima legge finanziaria per il 2010, ma in realtà la causa sembra essere legata alla carenza di materiale (carrozze o automotrici); i treni sottratti alla tratta chiusa sarebbero stati dirottati su altre linee commercialmente più redditizie per Trenitalia o verso altre regioni più vigili rispetto alle inadempienze contrattuali della società Trenitalia”, la deputata molisana chiede a Matteoli che “l'obiettivo comune deve essere quello di rendere la tratta un mezzo inconsueto per gli amanti della natura e per gli appassionati del turismo ferroviario. La linea ferroviaria è una vera e propria opera di ingegneria del paesaggio e regala al viaggiatore scorci mozzafiato, paesaggi in controluce, boschi, faggete, abetaie che si possono ammirare dal treno che si arrampica sulle montagne per poi scendere nelle vallate”. Infine la Di Giuseppe dice basta ai tagli che si continuano a perpetrare alle aree interne. “La carenza di fondi non deve continuare a colpire sempre le aree più deboli perché questa politica dei tagli continua ad impoverire un tessuto socio economico già debole per innumerevoli e contingenti motivi. Tutto il territorio dell'altissimo Molise e dell'area abruzzese interessata dalla tratta ferroviaria vedono nel percorso soppresso una ulteriore penalizzazione di aree interne e svantaggiate alle quali, invece, deve essere data una possibilità di sopravvivenza, anche attraverso il potenziamento dell'offerta turistica. La ferrovia – conclude - per la sua peculiarità, può e deve divenire uno strumento di richiamo per i visitatori che, lungo un percorso che può svilupparsi anche per diversi giorni, possono visitare località in cui continuano a vivere tradizioni e storie a molti sconosciute”.