AGNONE - Desolante. E’ come si presentava ieri mattina il reparto di Ostetricia di Agnone dove dal primo novembre non è consentito più nascere. Niente vagiti, niente bambini e culle, niente più mamme che occupano le stanze. Niente di niente. Sconfortati medici e infermieri si aggirano tra le stanze, mentre da una porta secondaria alcuni inservienti sono intenti (come conferma la foto) a trasbordare lettini e macchinari su un camioncino con su scritto Asl numero 3 Campobasso. Una scena – racconta con le lacrime agli occhi chi l’ha vissuta – che fotografa alla perfezione quale sarà il futuro della struttura. Nel frattempo – ammettono fonti ospedaliere - il 2 novembre è stato effettuato l'ultimo intervento ortopedico di femore, mentre 24 ore prima, quattro bambini di 3-4 anni, accompagnati dai genitori, sono stati rifiutati dal Caracciolo, non essendo in servizio pediatri, e costretti a recarsi ad Isernia. In più non si capisce bene come gestire l'emergenza-urgenza con due posti di astanteria: la situazione richiederebbe una strutturazione tipo pronto soccorso con specialisti reperibili, ma non vi sono risorse umane, né infermieristiche né mediche, e nessuno dalla struttura commissariale, dall'Asrem, dalla Direzione Sanitaria del Veneziale fino ad ora ha dettato le linee guida, creando una situazione di caos, confusione e alta pericolosità . Così oggi alle ore 16 il direttore sanitario dell’Asrem di Isernia, Fulvio Manfredi Selvaggi dovrebbe fare chiarezza, in una riunione limitata ai soli responsabili di ciò che è rimasto attivato.
Infine, nonostante il quadro nefasto, il primario di Chirurgia Nicola Iavicoli è intenzionato ad andare comunque avanti, garantendo tutte le emergenze/urgenze chirurgiche, e ricoverando anche oltre i limiti, perchè ritiene si debba avere rispetto della vita delle persone e in Italia si viene condannati se le persone sono state rifiutate o muoiono, non se le persone vengono curate.
"Chi ha elaborato il piano di rientro sembra essere un bambino di cinque anni a cui hanno messo in mano una Ferrari: sicuramente non sa come funziona un ospedale e che cosa è necessario mantenere e garantire perchè sia tale: eppure, ha dichiarato che conosce la montagna di Bolzano... ma ci è mai stata, ha mai visto i servizi di emergenza urgenza lì presenti? Qui, se rapidamente non si organizza in piena sicurezza l'emergenza urgenza con delle linee guida chiare per ogni caso clinico per ciascuno che, leggendo il cartello Ospedale, si presenta ai servizi di emergenza della struttura (dal bambino, alla gravida che ha rotto le acque, al vecchietto accidentalmente caduto, ecc. ecc) tenendo presente del territorio, della popolazione, delle difficoltà reali e materiali della montagna, presto tardi non solo ci scapperanno i morti, ma pioveranno denunce penali a non finire su noi, poveri malcapitati, che operiamo qui, e che dovremmo mandar via le persone, ma che non possiamo scappare da questo inferno, perchè ce lo impediscono", ha detto un operatore sanitario che ovviamente vuole rimanere anonimo.