Sembra che perfino il tempo si ribelli a quanto comunicatoci dai dirigenti ASREM venuti ad Agnone il 6 febbraio relativamente a quanto hanno intenzione di proporre per noi ai tavoli romani! Sembra anche che i recenti episodi urlino alle orecchie sorde di questi dirigenti strapagati che si attengono a numeri e conti passando come carri armati sia sulla pelle delle persone sia sulle normative vigenti che stabiliscono i criteri per garantire l’esistenza di un ospedale per aree disagiate, che sono chiari a tutti tranne che a loro. Ho l’impressione che per loro essere efficienti significhi solo dimostrare a Roma quanto siano tosti e cazzuti ad usare l’accetta piuttosto che risolvere veramente i problemi e dimostrare competenza e servizio ai cittadini che, non dimentichiamolo, pagano i loro stipendi. Ieri una donna al nono mese di gravidanza che si era sentita male è stata trasportata ad Isernia in ambulanza, ma senza medico. Ma se questo non dovesse bastare succede che ieri sera per soccorrere una donna che cadendo si ferisce seriamente alla testa impiegano con l’ambulanza 1 ora per percorrere una quindicina di km arrivando ad impiegarne ben 6 per concludere il soccorso (leggete i particolari sui giornali). E gli esperti solerti e preparati ci vengono a dire che tutto sommato entro 90 minuti raggiungiamo sia Isernia che Campobasso. Perchè loro della normativa per gli ospedali di area disagiata leggono ciò che riguarda la distanza e il tempo di percorribilità. Per quello che guadagnano potrebbero anche non saltare che per le aree disagiate oltre che dell’orografia si deve tener conto anche dei fenomeni atmosferici che fanno saltare i tempi previsti di percorribilità! Vi faccio il mio esempio: io abito a 3 km da Agnone centro e quindi dall’ospedale. Questa mattina c’è una bufera che non consente alcuna visibilità e la strada è impraticabile (anche se la pulissero sarebbe di nuovo in queste condizioni nel giro di 5 minuti, vista la potenza del vento).Se mi succedesse qualcosa e chiamassi il 118 (e insieme a loro spazzaneve e pompieri perché da solo NON arriverebbe) vi metto per iscritto che in 90 minuti non raggiungerei neanche l’ospedale di Agnone figuriamoci Isernia o Campobasso. E se come abitante di questo territorio sono condannata a morire come in un paese del terzo mondo…bene, vorrei almeno la soddisfazione che nessuno mangi più sulle mie spalle e sulla mia pelle!Vogliamo che il Caracciolo sia riconosciuto e difeso come ospedale di area disagiata, ma non come ce lo sono venuti a proporre loro, e neanche perché vogliamo favoritismi e “piaceri” ma come PREVEDE LA NORMATIVA VIGENTE. Vogliamo né più e né meno quello che spetta! Senza contare che se la proposta fatta a noi è la stessa che arriverà a Roma sarà cmq bocciata, proprio perché è fuori da quanto previsto per gli ospedali di area disagiata. Possono tranquillamente evitarsi il fastidio di andarci al tavolo tecnico. E se fossi un tecnico seduto all’altro capo del tavolo gli chiederei anche se davvero si credono esperti e se meritano gli stipendi che prendono!Lascio perdere le polemiche che sento da Isernia e Cb ( mi fa solo senso che provengano anche da medici!) ma capisco che le loro preoccupazioni sono altre e cioè quelle di non rischiare che qualcuno si accorga che non hanno i numeri per avere quello che hanno e che di conseguenza siano toccate anche le loro posizioni! Però si è poco lungimiranti perché se si pensa che affossare un intero territorio come quello dell’Altomolise gli porterà vantaggi per il mantenimento del loro esistente hanno capito poco e niente, perché seguiranno la nostra sorte alla velocità della luce!Al Presidente Frattura voglio ricordare solo una cosa:i debiti si risanano evitando gli sprechi e i privilegi cominciando anche a ridurre l'esercito dei diirigenti ASREM, eliminando i vitalizi a gente che in Regione non c'è più, facendo scelte anche impopolari come quella di decidere se in Moiise è più impellente la sanità o l'università,ecc.ecc.Non certo togliendo diritti sacrosanti ai cittadini che già pagano tasse esorbitanti per servizi inesitenti.