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Piano Casa: prorogato fino al 2017

La legge regionale punta all'adeguamento sismico e alla riqualificazione energetica

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Per il recupero del patrimonio edilizio ed il conseguente rilancio del settore edile nella nostra regione è stata approvata la proroga del così detto Piano Casa Molise che resterà attivo fino al 31 dicembre 2017.

La legge regionale in questione prevede, come si evince da edilportale, ampliamenti preliminari per chi conduce degli interventi volti alla riqualificazione energetica o di adeguamento sismico. Al contempo agevola anche la demolizione finalizzata alla ricostruzione delle case situate in aree che presentano un elevato rischio idrogeologico.
Va inoltre aggiunto che il Piano Casa prevede anche la possibilità di ampliare, per un massimo del 20%, il volume degli immobili che, in data 31 dicembre 2014, siano già in parte costruiti e abbiano completate le strutture portanti. Tuttavia tale percentuale può anche aumentare in casi particolari, ad esempio negli edifici residenziali. In questi ultimi l’ampliamento può arrivare sino al 30% del volume e della superficie coperta, a patto che la struttura subisca un miglioramento energetico risultando poi essere classificato come edificio di classe superiore alla C.

Inoltre si può aggiungere un ulteriore ampliamento del 10% nel caso in cui i materiali usati per la costruzione sia facilmente reperibili in loco o nel caso si prevedano interventi per l’adattamento sismico. Inoltre gli interventi di ampliamento – da come si legge su edilportale – possono essere di sopraelevazione, contiguità o all’interno di uno stesso lotto. Si può anche ampliare la struttura su un lotto di terreno adiacente a patto che quest’ultimo non presenti vincoli di inedificabilità.

Infine un occhio è dedicato anche all’ampliamento all’interno dei centri storici, al fine di rigenerare il patrimonio edilizio migliorando, di conseguenza, anche la viabilità o l’efficienza energetica delle abitazioni. Chiaramente tutto questo discorso vale anche per l’abbattimento delle barriere architettoniche. 

Solo per gli edifici che risultano essere costruiti in zone ad elevato rischio idrogeologico è consentita la demolizione integrale e la ricostruzione in zone differenti e ritenute non pericolose, con conseguente incremento del 100% del volume, a patto che il trasferimento di cubatura sia regolato attraverso un atto pubblico e avvenga tra due zone compatibili con l’edificazione edilizia.

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