"Chi ha deciso di far pagare alle classi popolari molisane il deficit della sanità guadagna milioni di euro l'anno e non sa neanche cosa significhi arrivare alla fine del mese per un lavoratore, un pensionato, un precario, un piccolo artigiano o piccolo commerciante, un precario, un cococo".
E' lo sfogo pubblico di Tiziano Di Clemente, del Partito comunista dei lavoratori di Isernia, che entra a gamba tesa nel dibattito innescato dalla recente bocciatura che è arrivata dai palazzi del potere di Roma al piano sanitario approntato dai piccoli, ma sontuosi e costosi, palazzi del potere molisano.
Il leader comunista si è preso la briga di spulciarsi qualche dato relativo ai redditi dei parlamentari.
Cifre da capogiro, come anche quelle del Governatore del Molise e dei 'suoi' assessori e consiglieri, che cozzano stridentemente con la realtà quotidiana dei semplici cittadini, quegli utenti della sanità molisana nelle cui tasche 'lorsignori' vorrebbero mettere le mani per ripianare un deficit colossale, dimenticando chi lo ha creato.
"In un solo anno i parlamentari incamerano redditi che da soli basterebbero a coprire circa il 60 per cento del deficit della sanità molisana (39,5 su 69 milioni). - continua Di Clemente - In un solo anno, incamerano quanto guadagnano 2.533 famiglie molisane con reddito di mille e duecento euro al mese. Senza contare il loro patrimonio personale. In merito il PCL Molise ribadisce la proposta di preparare un grande sciopero generale nel Molise ed una mobilitazione ad oltranza fino al ritiro della decisione del governo di scaricare brutalmente il deficit sanitario regionale sulle classi popolari molisane; per la cacciata del governo della regione Molise responsabile di politiche sanitarie finalizzate non al diritto universale e pubblico alla salute; perché, ferma restando la eliminazione degli sprechi fatti in favore delle varie cricche di potere regionale, si pretendano uno stanziamento nazionale sufficiente a coprire le esigenze di una sanità pubblica e riqualificata nel Molise ed una tassazione maggiore per le classi più ricche".