AGNONE - La maretta nella maggioranza di centrodestra continua. Dopo la creazione del nuovo gruppo capitanato da Amedeo Chiantese è la volta dell’assessore Tonino Scampamorte attaccare il primo cittadino Gelsomino De Vita. Lo fa all’indomani di una delibera di Giunta che impone agli allevatori di Agnone di pagare L’Ici sui capannoni agricoli adibiti a stalle. Una tassa che fino all’anno scorso non era dovuta. Così l’assessore all’Agricoltura Scampamorte, notoriamente accostato al primo cittadino quale suo braccio operativo, chiede l'immediata revoca della delibera numero 215.
Sulla stessa lunghezza d'onda anche il presidente provinciale della Coldiretti, Giovanni Monaco e il direttore Angelo Milo, dopo la sollecitazione del presidente della Coldiretti di Agnone, Biase Porfilio.
“Il deliberato della Giunta Comunale si rifà alla sentenza della Corte di Cassazione, a sezioni riunite, n. 18565 del 21.08.2009, una sentenza – ha affermato il direttore Angelo Milo – che anche dall’alto della sua autorevolezza, non può stabilire dei principi fondamentali in quanto ciò rientra nel ruolo proprio delle leggi dello Stato, così come meglio esplicitato da un parere richiesto all’Ufficio Fiscale e Tributario della Coldiretti nazionale”.
“Pertanto, a nome dei nostri associati di Agnone – gli fa eco il presidente Giovanni Monaco – chiediamo al primo cittadino Gelsomino De Vita di verificare la possibilità che tale deliberazione venga revocata in quanto – ha aggiunto – riteniamo che non esista allo stato attuale una norma che sancisca la univocità di comportamento che il Comune di Agnone intende attuare”. Tale revoca, risulta tanto più necessaria considerando che “penalizzare le aziende agricole, determinanti per l’economia agnonese in un momento di crisi congiunturale come quello attuale – ha sottolineato Monaco - sarebbe improponibile”.
Sull’argomento hanno preso posizione e si hanno deciso di schierarsi con gli allevatori anche i consiglieri di minoranza del gruppo ‘Rinnovare’, Lorenzo Marcovecchio e Danilo Di Nucci, che in un’articolata interrogazione hanno chiesto a De Vita di “conoscere i motivi che hanno spinto l’Amministrazione a far richiesta di quest’ulteriore balzello nei confronti dei cittadini di Agnone”.