Riceviamo e pubblichiamo:
Qualche decennio fa, solitamente quando vi erano elezioni provinciali e regionali ogni cittadino si affidava con un semplice voto al candidato del proprio comune, a chi conosceva o più semplicemente a chi gli trasmetteva fiducia e professionalità. Questo perché ognuno ha sempre avuto a cuore il proprio territorio, il bene della comunità nella quale vive o molto più semplicemente il proprio interesse. “Quei politici d’altri metodi”, una volta eletti, si battevano affinché quel loro territorio non fosse dimenticato, affinché quella loro comunità ricevesse quante più attenzioni possibili. Il cittadino era contento e soddisfatto: il politico era colui che riceveva e a volte qualcosa dava. Una vecchia concezione. Forse lontana dalle teorie della democrazia e meritocrazia e forse più ispirata ad un mero interesse personale del politico. Sbagliata. Ma di certo, il territorio dal quale veniva il politico non restava nell’ombra e nella dimenticanza. Ma questo succedeva in altre regioni. Da noi, nel nostro circondario che va da Roccavivara a Castelmauro, da Montefalcone a Lucito, non è mai successo.
Poi gli anni sono passati, i politici si sono avvicendati in modo imperterrito e con laute cifre da capogiro. E stando alla teoria appena esposta, avrebbero quantomeno dovuto “ricambiare quel voticino” che sommato alla moltitudine della collettività, li aveva premiati a ricevere “uno stipendio vita natural durante”. Ma si sa, una volta che si imbocca una strada in un verso, diventa difficile se non impossibile, cambiare direzione. Immaginate una palla di neve che rotola da cima a valle, non si arresta e man mano aumenta di grandezza e di velocità, soprattutto se in discesa vertiginosa.
Voglio essere più chiaro, anzi cercherò di usare pochi giri di parole. Nel nostro “circondario” abbiamo sempre avuto politici a vari livelli: in Provincia, in Regione e addirittura anche a livello nazionale. Ma cosa hanno fatto per il nostro territorio? Lasciate stare chi vi butta fumo negli occhi con frasi del tipo “ma non ci sono fondi” o “i soldi sono finiti”, perché a quanto pare “per loro ci sono sempre” ma non è questo il punto. Assessori regionali, consiglieri provinciali, presidenti di enti, da Roccavivara a Montefalcone, da Trivento alla Valle del Biferno: hanno creato beneficio o dimenticatoio?
Non parliamo di lavoro, potrebbero trovare altre scuse magari più convincenti ma parliamo di servizi pubblici essenziali. Come possiamo entrare in un mondo che corre dieci volte più veloce, se non abbiamo nemmeno strade di collegamento? Una viabilità talmente precaria che nemmeno le bici possono percorrere. Per non parlare del trasporto, sulla scuola, della sanità locale e dello spopolamento. I nostri rappresentanti hanno fatto qualcosa per migliorare questa situazione? Silenzio assoluto, omertà e “ma non ci sono soldi!”. Una situazione che ci denigra, ci emargina e ci tratta da cittadini di ultima serie. Abbiamo dei borghi autentici, spettacolo di storia, di cultura, riserve di natura e tradizione che non possono essere visitati se non ci sono strade. Come possiamo servirci dei servizi essenziali come ospedali, centri scolastici, tribunali, caserme e molto altro se il trasporto stesso è colpito da questa piaga? Credo che un Stato del welfare debba consentire anche al cittadino che abita sulla montagna più sperduta e lontana, di avere una strada dignitosa e di essere trattato alla pari di chi abita in città. Questo è il servizio pubblico!
Caduti nel dimenticatoio di qualche scrivania il piccolo tratto in contrada Pedecagne tra la SP15 e la SS650 sprofondato a valle, la SP15 Roccavivara - Trivento franata addosso ad una famiglia, la finalmente provinciale 92 conosciuta come “strada del bosco di Civita” che questa estate è stata solo “maculata” da orribili tratti di catrame tamponatori, la SS157 Lucito, Civitacampomarano, Castelmauro, Acquaviva, Palata che sembra un mix di una Montagna Russa e una Casa della Paura di un dismesso parco divertimenti, la SP78 Montefalcone, Acquaviva e la SP79 Montefalcone immissione Statale 157 in via di estinzione … e potrei andare avanti ancora per molto. E un altro inverno è alle porte …
Ma alla fine, però e come sempre, “l’importante è che siano rientrati” in provincia o in regione.
Questo vuole essere uno sprone alle prossime elezioni provinciali e regionali: non diamo altro filo a chi da anni, da decenni, avrebbe dovuto fare e non ha fatto. A chi fa parte di quel sistema che a nulla è servito. Non facciamolo, per noi! Uniamoci, facciamo fronte comune e chiediamo a viva voce e con tutti gli strumenti che questa situazione trovi al più presto una risoluzione. Non vogliamo diventare comuni fantasma e senza servizi. La viabilità è uno degli elementi fondamentali. Voglio essere ottimista: credo che tali personaggi siano molto più saggi e che già sapendo di aver fatto nulla per la collettività e per fermare lo stato di abbandono, non si ripresenteranno ai prossimi appuntamenti elettorali. Se lo faranno, sappiate e sappiamo che si tratterà solo per un loro interesse personale e questo non lo dobbiamo permettere.