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CHIUSURA PUNTO NASCITA, IL PD ACCUSA: SCELTA POLITICA

Intervista al consigliere di minoranza in Comune Maurizio Cacciavillani che annuncia la presentazione di una mozione affinché venga ripristinato

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AGNONE - “Il punto nascita dell’ospedale San Francesco Caracciolo di Agnone può e deve essere ripristinato”. Lo asserisce con forza il consigliere di minoranza al Comune di Agnone, Maurizio Cacciavillani che in una intervista esclusiva a Il Nuovo Molise indica la strada da perseguire affinché ciò possa tradursi in realtà. “Vorrei sfatare un luogo comune fatto passare come la principale causa della chiusura del punto nascita – rimarca il consigliere di opposizione -. Ovvero quella di non raggiungere i 500 parti all’anno (ad Agnone mediamente nascevano circa 200 bambini l’anno, ndr). Ebbene il Piano Sanitario Regionale del Molise 2008 – 2010 al punto 1.4 prevede che le unità funzionali di neonatologia siano riclassificate secondo tre livelli di complessità, così come indicato dal Progetto Obiettivo Nazionale Materno Infantile. Per ognuno dei tre livelli assistenziali ospedalieri sopra richiamati il Progetto Obiettivo Nazionale Materno Infantile prevede funzioni e standard di organizzazione strumentale e di personale che comunque rappresentano, per le Regioni, un indirizzo orientativo da adattare alle proprie esigenze di programmazione sanitaria. Per i territori montani, al fine di salvaguardare le esigenze assistenziali, le Regioni si impegnano a garantire, nell'assistenza ostetrica e pediatrico/neonatologica, una organizzazione atta a rispondere ai bisogni specifici della popolazione, fermo restando la necessità di assicurare una certa qualità delle prestazioni. Insomma, quanto detto lascia intendere che per i punti nascita operanti in zone montane il limite di 500 parti l’anno è solo indicativo, quello che conta è che venga assicurata la qualità delle prestazioni. Il reparto di Ostetricia dell’ospedale di Agnone ha sempre garantito livelli di prestazione ottimali quindi andava potenziato e non soppresso. Lo stesso concetto di rischio clinico legato al numero di parti è opinabile perché ovunque ci sia attività clinica indipendentemente da tutto, dalle latitudini, dal numero di interventi ecc.. tale rischio è per definizione mai pari a zero. Anzi è provato che non scende sotto un certo livello. In definitiva chi ci assicura che il rischio clinico di una partoriente che deve spostarsi in situazione di emergenza/urgenza da Agnone al punto nascita di Isernia, con strade fatiscenti, il ghiaccio e la neve sia più basso di quello misurato per numero di parti inferiore a 500? Per non parlare poi delle difficoltà che ha l’ospedale di Isernia a garantire una certa qualità delle prestazioni considerando l’aumento dei parti dovuto alla chiusura del punto nascite di Agnone”. In sostanza Cacciavillani sembra di capire che la scelta della chiusura del punto nascita sia stata dettata da una scelta politica e non da come vanno raccontando in giro dovuta alla mancanza di nascite. “Esattamente. La chiusura del punto nascita di Agnone è stata solo ed esclusivamente una scelta politica, altro che 500 nati? Per non parlare di deroghe per le aree montane. Intanto ci spiace constatare che si continua a scherzare con la vita umana”. Siamo a conoscenza di alcune iniziative che a breve porterete in Consiglio. Vuole anticiparci i contenuti? “Le iniziative che stiamo portando avanti sono due. In vista delle prossime elezioni regionali chiederemo al presidente e ai candidati del centrosinistra di inserire nel programma elettorale la riattivazione del punto nascita di Agnone, l’altra è quella di una mozione che impegnerà l’intero Consiglio comunale ad intraprendere l’identica battaglia che consideriamo vitale per il territorio”. Al momento però tutto è compiuto. Non si sente di vestire i panni di don Chisciotte che lotta contro i mulini a vento? “Nella maniera più assoluta. Anzi le dirò di più: accettare passivamente questo stato di fatto sarebbe come mettere porre la parola fine all’Alto Molise. Al contrario occorre battersi e cercare di creare nuovi presupposti per una nuova epoca fatta di giustizia sociale capace di tutelare i territori più deboli abitati in prevalenza da persone anziane”. Il Tar Abruzzo dopo un ricorso del Consiglio comunale di Guardiagrele (Chieti) ha sospeso i tagli all’ospedale cittadino bocciando di fatto l’operato del Governatore Chiodi e del sub commissario alla Sanità, Baraldi. Pensate si possa intraprendere la stessa strada anche per il Caracciolo? “Stiamo valutando se esistono ancora i termini per farlo. Come avvenuto a Guardiagrele sarà nostro compito chiamare in causa sindaco e maggioranza ad un atto di responsabilità nei confronti della cittadinanza. Con questa mozione De Vita e i suoi non potranno più nascondersi”. Anche il mondo imprenditoriale (vedi presa di posizione di Franco Di Nucci, ndr) ha deciso di scendere in campo. Cosa significa? “Significa che hanno accusato il colpo. Imprenditori e commercianti tengono il polso della situazione economica del paese vederli in prima linea, oltre a farci piacere, dimostra come sia un campanello d’allarme che non va trascurato nella maniera più assoluta”. Tra qualche mese si tornerà nei seggi elettorali. State lavorando ad un progetto per il rilancio dell’alto Molise nonché alla candidatura unitaria di un rappresentante che sappia tutelare le aree interne con i fatti e non a parole? “Fa parte dei nostri obiettivi prioritari. Lavoriamo per questo. Inoltre per quanto riguarda la candidatura alle regionali a breve inizieremo le consultazioni con i tesserati e i vari amministratori del territorio. I nomi? Qualcosa bolle in pentola, ma al momento preferiamo non farne. Tuttavia restiamo dell’avviso che è necessario dare un’alternativa a chi ha fatto passare politiche distruttive per l’alto Molise senza opporsi minimamente solo perché ha inteso conservare la sua poltrona e un lauto stipendio”.
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