CASTELGUIDONE - Il progetto di centrale eolica di Castelguidone approda in Regione, al comitato di Valutazione impatto ambientale. La seduta per l’analisi della documentazione prodotta dalla ditta Ipotenusa Srl di Nicola Bucci, è stata convocata per oggi. Ore cariche di tensione, dunque, per i due comitati di cittadini costituiti in paese proprio contro il progetto di centrale eolica sul vicino Colle San Vito. Gli esponenti di Dinamismi sono in Regione «per essere sentiti dalla Commissione e per ribadire, quindi, la ormai nota posizione a riguardo», spiega Paola Meo. Il progetto prevede l’installazione di dieci gigantesche torri eoliche sul monte che domina la piazza principale del paese, a poca distanza dall’abitato, su un sito di importanza culturale e religiosa per Castelguidone. L’amministrazione Cicchillitti vuole fortemente l’impianto eolico, per risollevare le casse dissestate dell’ente con i pochi spiccioli che la ditta realizzatrice verserà quale «ristoro» per lo scempio ambientale. E mentre Dinamismi e tutto il paese attendono con trepidazione le decisioni del comitato Via, nei giorni scorsi il quotidiano “Libero” ha dedicato un paginone alla «truffa dell’energia pulita», affrontando una problematica che non riguarda solo Castelguidone, ma tutta l’Italia. «E’ il grande affare del momento. Garantito dallo Stato. E con un ritorno di tutto rispetto. Venghino signori venghino al gra bazar delle energie rinnovabili» - scrive il giornalista Antonio Castro, che continua citando il ministro Termonti: «Il business dell’eolico è uno degli affari di corruzione più grande», e ancora: «Quello dell’eolico è un business ideato da organizzazioni corrotte che vogliono speculare». «Con la promessa alle amministrazione comunali che autorizzano l’impianto di incassare in futuro percentuali considerevoli di diritti sull’impianto, - continua “LIbero” - torme di improvvisati promotori si sono scatenati a caccia di monti, colli e colline non con l’obiettivo di installare la torre eolica, ma di ottenere il via libera comunale per poi rivendere l’autorizzazione e i certificati verdi, preziosi per le aziende che producono energia. E a pagare siamo noi, contribuenti e utenti». Già, perché i certificati verdi non sono altro che soldi pubblici. Nel 2010 lo Stato ha girato ai produttori di energie rinnovabili 3,4 miliardi di euro e secondo le stime nel 2011 la spesa sarà di almeno 3,9 miliardi. «Logico quindi, - continua il quotidiano di Feltri e Belpietro - visto che a pagare alla fine è Pantalone, che il ministro dell’Economia Tremonti voglia rivedere il sistema di incentivazione. Acquisire un’autorizzazione costa in bolli e pratiche circa 2500 euro. Installare una torre circa 1,2 milioni. Facile, economico, rapido: in 4/6 mesi, burocrazia permettendo, si può passare dal progetto di carta alla vendita di energia. O, sistema ancor più redditizio, cedere a grandi multinazionali l’autorizzazione e il terreno. Incassando plusvalenze milionarie, circa 5 milioni a torre. E il gioco è fatto». Già, e così mentre Ipotenusa o chi per essa intascherà milioni di euro di soldi pubblici, gli abitanti di Castelguidone dovranno convivere, per sempre, con quei mostri e con l’inquinamento acustico che producono. Grazie a Cicchillitti e ai suoi fedelissimi, a meno che dal Via non arrivi l’auspicato «alt».