CAMPOBASSO - E’ stato un modo di informarsi su una pagina oscura della storia italiana. Il momento giusto per tentare di fare luce sugli intrecci tra Stato e Mafia, per tornare a parlare di giustizia e mala giustizia, per ricordare figure cardine dell’Italia passata e attuale. Ma è stato soprattutto un modo per ‘rinnovare l’aria’ in un Molise che spesso puzza di stantio.
Tutto questo e molto altro ancora ha significato l’evento voluto dal MoVimento 5 Stelle che ha ospitato Sabina Guzzanti, regista del film documentario ‘La Trattativa’. Un film scomodo, si è sempre detto. Spesso osteggiato se non oscurato dal cinema e dal sistema dell’informazione in generale.
Il Molise, invece, si è distinto: ha scelto di sapere. E non capita spesso. Sono state centinaia le persone che hanno affollato il Cinema Maestoso per una serata aperta dall’introduzione storica di Franco Novelli di ‘Libera contro le Mafie’ e proseguita con le staffilate del giornalista e scrittore Paolo De Chiara: “Paolo Borsellino muore per la trattativa tra i boss corleonesi e pezzi delle istituzioni”, cita. Poi il parallelo e una nuova citazione, quella di don Peppe Diana che diceva: per amore del mio popolo non tacerò. “Neanche noi dobbiamo tacere – ha detto De Chiara – Non possiamo continuare a parlare di Molise come isola felice”. Un Molise toccato direttamente o indirettamente da traffico di rifiuti tossici, droga, addirittura, armi.
Sono concetti in apparenza distanti da quelli della Trattativa, ma invece affini, legati tra loro da un semplice concetto: il diritto a informare ed essere informati, un concetto che il MoVimento 5 Stelle ha fatto proprio sin dall’inizio.
Durante il dibattito seguito alla proiezione, infatti, a proposito del suo film, la regista ha spiegato che “c’è stato anche chi ha incontrato difficoltà solo chiedendo di poterlo proiettare. A tutti loro dico che bisogna assumersi la responsabilità, tutto parte da lì e dalla consapevolezza di potersi mettere anche nei guai”. Un po’ come il MoVimento che nei guai ama starci da sempre.
Ecco perché è stato quasi naturale organizzare una serata che ha trattato temi pruriginosi, temi che toccano le maggiori istituzioni del Paese. Un film, “ignorato colpevolmente dalla stampa per mesi dopo l’uscita – ha detto Guzzanti – Quando è arrivato alla Mostra del cinema di Venezia con i suoi 12 minuti di applausi mi invitavano ovunque nelle trasmissioni, poi sono spariti tutti”.
Ma il cuore della serata è stato forse raggiunto scendendo nella quotidianità. “C’è chi non ha ancora capito che anche accettare una raccomandazione per lavorare significa far parte e alimentare il sistema mafioso – ha detto la regista – sono esperienze che viviamo tutti ogni giorno: a scuola, all’università, negli appalti”. Anche in Molise.