AGNONE – A pochi giorni dalla grande ‘Ndocciata del Giubileo, è tempo di stime in città. Mentre alcuni si arrovellano sul corretto numero di visitatori, altri si fissano sul quadro generale, concentrandosi sulla collaborazione tra enti, privati ed associazioni. Tra questi Lorenzo Di Pasquo, titolare dell’omonimo caseificio.
Il tanto atteso ponte dell’Immacolata, infatti, si è rivelato all’altezza delle aspettative. Nonostante sia impossibile ottenere il numero esatto delle presenze, è indubbio che ci sia stata una massiccia partecipazione sia all’evento principe del week-end (la ‘Ndocciata, ndr) che agli altri appuntamenti che hanno fatto da contorno alla sfilata dell’8 dicembre.
All’inaugurazione della mostra “Un week-end di fuoco” si contavano diverse decine di curiosi che hanno osservato attentamente gli scatti del giovane fotografo Danilo Di Nucci. L’appuntamento, in concomitanza con la serata pensata per la promozione delle aziende protagoniste del “Giorno del Fuoco” (tenutosi a Milano lo scorso 26 settembre, ndr) ha visto la partecipazione di concittadini e turisti, accorsi per dare una degna cornice a quella che è stata una delle più grandi operazioni di marketing territoriale degli ultimi anni.
Per la ‘Ndocciata, invece, agnonesi, associazioni e istituzioni hanno lavorato duro per allestire un sensazionale spettacolo che ha ammaliato addirittura personalità di spicco come Bianca Maria Locatelli, responsabile di Expo in Città a Milano.
«Per la prima volta, dopo tempo, ho potuto constatare un’impeccabile organizzazione che ha mostrato Agnone in tutto il suo splendore, meravigliando prima di tutto gli stessi agnonesi e, in secondo luogo, turisti ed ospiti» ha cominciato Lorenzo Di Pasquo, direttore generale dell’omonima impresa casearia. «Ogni singolo partecipante è stato fondamentale per la riuscita di questo evento. Spettatori, albergatori, i ragazzi del servizio civile, i colleghi imprenditori, gli indispensabili ‘Ndocciatori, le associazioni e le istituzioni hanno lavorato in perfetta sincronia, senza perdere di vista l’obiettivo. Possiamo dirlo: tutti abbiamo fatto qualcosa per il successo di una manifestazione sulla quale avevamo investito molto» ha proseguito l’imprenditore. «Ad ogni modo, ora dobbiamo essere bravi a non perdere questa energia, a proseguire da dove abbiamo cominciato. È necessario che questo teamworking prosegua poiché, così facendo potremo, uscire da questo baratro; se, invece, continuassimo a fare campanilismo e a ragionare egoisticamente, commetteremo un suicidio di massa» conclude Di Pasquo.