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Rapporto Tari 2015: I quadri relativi a Campobasso e Isernia

L’analisi condotta da Confcommercio Molise sul territorio molisano

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La fiscalità locale continua a rappresentare un peso rilevante per le imprese. Un carico, peraltro, cresciuto progressivamente e costantemente negli ultimi anni.

Tra i vari tributi, la tassa sulla gestione dei rifiuti è quella che ha registrato i maggiori aumenti che, nell'ultimo quinquennio, hanno superato i 2,5 miliardi di euro a livello nazionale.

Tali aumenti si sono riflessi in livelli tariffari ingiustificati e fortemente disomogenei. Per cercare di invertire questa tendenza Confcommercio ha avviato un’indagine approfondita, coordinata dall’Osservatorio Nazionale sui Rifiuti appositamente istituito, su tutti i regolamenti e sui piani finanziari dei comuni capoluogo di provincia al fine di verificare la congruità delle tariffe e del livello di servizio.

L’obiettivo è stato quello di offrire un’analisi capace di supportare l’attività sindacale delle rappresentanze territoriali e di categoria, implementando e valorizzando anche l’attività degli Osservatori Regionali nati negli ultimi mesi. La documentazione raccolta e le analisi condotte hanno permesso di valutare il posizionamento di ciascun territorio in relazione al quadro regionale e nazionale, la congruità delle tariffe pagate dalle categorie rappresentate, l’individuazione delle strategie per la tutela degli interessi della categoria e la circolazione delle best practices.

Proprio per supportare l’azione sindacale delle delegazioni territoriali sono stati raccolti tutti gli elementi necessari ad operare una valutazione critica circa le scelte operate dagli Enti locali in termini di: costo del servizio; bilanciamento della quota del costo tra utenze domestiche e non domestiche; coefficienti di producibilità presuntiva adottati per la determinazione della tariffa; promozione di comportamenti virtuosi attraverso l’introduzione di agevolazioni e scontistiche dedicate alle categorie rappresentate.

Confcommercio Molise ha pensato di offrire uno strumento di facile lettura e di immediata confrontabilità affinché possano essere articolate misure e azioni sindacali efficaci, grazie alle sollecitazioni degli iscritti, in funzione del collocamento del proprio territorio.

Il quadro regionale analizzato a livello nazionale ha evidenziato forti disomogeneità e distorsioni, anche tra territori contigui, all’interno della stessa regione. Differenze registrate anche per quei Comuni che offrono servizi equiparabili sia in termini qualitativi che quantitativi.

Il Molise, con il 5,9% risulta essere virtuoso in tema di comuni che spendono più del fabbisogno e offrono meno servizi tra le regioni italiane, insieme a Calabria, Liguria e Marche.

Sia Campobasso (-7%) che Isernia (-29%) raggiungono una valutazione positiva, infatti, nell’uso delle risorse. Inefficiente, invece, la valutazione sul livello qualitativo delle prestazioni: -20% per Campobasso, -10% per Isernia.

CAMPOBASSO – SINTESI ANNO 2015

L’analisi condotta ha evidenziato elementi che possono essere considerati “virtuosi” ed altri che invece costituiscono delle criticità.  Il livello della spesa è inferiore al valore identificato come fabbisogno standard. La spesa per abitante è pari a € 122.

Lo scarto è pari al -7%, individuato tra la spesa storica pari a € 6.225.001, a fronte di un fabbisogno standard (che rappresenta la spesa media per la realizzazione di un determinato livello di Sevizio contestualizzata in relazione alle caratteristiche del bacino demografico territoriale nonché del servizio stesso) pari a  € 6.685.763. La raccolta differenziata è pari all’13%, a fronte di una media italiana del 39%.

I costi sono bilanciati tra quota fissa e quota variabile e la quota a carico delle imprese è contenuta sia per la parte fissa che per la parte variabile.

In linea generale, la spesa sostenuta dalle imprese del commercio di Campobasso è inferiore a quella registrata nei Comuni benchmark. Più nel dettaglio, tutte le categorie commerciali considerate presentano una spesa inferiore a quella media dei Comuni benchmark (-26% negozi, -43% supermercati, -39% ristoranti, - 28% bar, -33% orotofrutta).

Inoltre, considerando la media dei Comuni benchmark, le imprese del commercio (-29%) nel complesso contribuiscono in misura minore alla spesa rispetto alle famiglie (-15%).

Per quanto riguarda la scontistica, le imprese del commercio possono contare su un buon numero di agevolazioni e riduzioni: 3 su 5.

Sul versante delle criticità è importante sottolineare come l’introduzione della Tari abbia penalizzato nel triennio 2012 – 2015 in misura maggiore le imprese del commercio (+33%) rispetto alle famiglie (+25%).

ISERNIA  - SINTESI ANNO 2015

L’analisi condotta per Isernia, così come per Campobasso, ha evidenziato elementi che possono essere considerati “virtuosi” ed altri che invece costituiscono delle criticità.

Il livello della spesa è inferiore al valore identificato come fabbisogno standard. La pesa per abitante € 91. Per Isernia lo scarto si attesta al -29%, individuato tra la spesa storica pari a € 2.009.657, a fronte di un fabbisogno standard (che rappresenta la spesa media per la realizzazione di un determinato livello di Sevizio contestualizzata in relazione alle caratteristiche del bacino demografico territoriale nonché del servizio stesso) pari a  € € 2.821.317. La raccolta differenziata è pari all’11%, a fronte di una media italiana del 39%.

La quota a carico delle imprese è contenuta sia per la parte fissa che per la parte variabile.

In linea generale, anche per Isernia la spesa sostenuta dalle imprese del commercio è inferiore a quella registrata nei Comuni benchmark. Più nel dettaglio, tra le 10 categorie commerciali considerate, 6 presentano una spesa inferiore a quella media dei Comuni benchmark (alberghi con ristoranti -48%, negozi -51%, supermercati – 51%, bar – 47%, ortofrutta -41%,, distributori di carburante – 42%). Inoltre, considerando la media dei Comuni benchmark, il finanziamento del servizio è bilanciato tra famiglie e imprese del commercio.

Per quanto riguarda la scontistica, anche le imprese del commercio di Isernia possono contare su un buon numero di agevolazioni e riduzioni: 3 su 5. 

Sul versante delle criticità è importante sottolineare come, dall'analisi della ripartizione dei costi, emerge che i costi sono sbilanciati sulla quota fissa, che rappresenta il 60% dei costi complessivi. Una corretta allocazione dei costi, tra fisso e variabile, è importante perchè un peso elevato della quota fissa (superiore al 50% del costo totale) indebolisce il legame tra tassa e rifiuti prodotti e il potere incentivante delle agevolazioni, che spesso agiscono solo sulla quota variabile. In questi casi, è necessario rivedere il Piano Economico Finanziario in modo da arrivare ad un graduale riequilibrio del carico.

Infine, l'introduzione della TARI ha penalizzato in misura maggiore le imprese del commercio rispetto alle famiglie. Nel triennio 2012/2015 ben il 65% per le prime, il 33% per le seconde.

Qui di seguito trovate i documenti prodotti dalla ricerca

Osservatorio rifiuti

Allegato Tecnico Campobasso

Allegato Tecnico Isernia

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