Gli asparagi selvatici si trovano in Aprile e Maggio; nel culmine, basta una passeggiata di un’oretta per raccogliere un mazzo grande di asparagi per poterci fare frittate e condimenti per la pasta. Si consiglia di usare un guanto, anche perché la pianta dell’asparago è un po’ spinosa.
Gli asparagi selvatici della foto, in anticipo rispetto al periodo di raccolta, sono stati trovati oggi nei pressi di Agnone da Silvano Giaccio che consiglia di cucinarli e fane una frittata saporita.
Gli asparagi selvatici ( Asparagus acutifolius) appartengono alla famiglia delle Liliaceae, la stessa degli asparagi comuni (asparagus officinalis).
Crescono nei prati incolti, nelle radure e nelle zone boschive fino a 1300 metri. Molto diffusi nell'Italia centromeridionale, sono presenti quasi ovunque nella nostra penisola, ad eccezione di Piemonte, Valle d'Aosta e Trentino.
Come riconoscere gli asparagi selvatici
Rispetto ai loro parenti coltivati, gli asparagi selvatici si distinguono perché sono più sottili e soprattutto per la presenza di spine alla base dell'apparato fogliare. Proprio per questo motivo, vengono comunemente chiamati asparagi spinosi o asparagi pungenti.
Quanto al gusto, essi hanno un sapore più amarognolo, che al palato risulta più intenso e penetrante rispetto a quello degli asparagi coltivati. Proprio in virtù del loro sapore più deciso e persistente, sono considerati un alimento molto prelibato e vantano numerosi estimatori.
Gli asparagi selvatici possono essere confusi col pungitopo. La pianta dai rametti spinosi e dalle bacche rosse che usiamo per le nostre decorazioni natalizie, infatti, in primavera produce dei turioni molto simili a quelli degli asparagi selvatici. Le cime del pungitopo, però, sono più lisce e tendenti al viola.