Introverso fuori dal rettangolo di gioco, spigliato quando si tratta di mettere la palla in rete. Ventisei presenze, 17 marcature
che lo hanno consacrato capocannoniere del girone F seppur in concomitanza con Federico Melchiorri della Maceratese. E’ il biglietto da visita di Andrea Sivilla che da un anno e mezzo indossa la casacca dell’Agnonese. Ribattezzato “mister doppietta” considerato che ne ha messe a segno già quattro, senza calcolare una tripletta, il re dei bomber si confessa ad altomolise.net. L’esperienza di Campobasso dove in Seconda divisione fu messo inspiegabilmente fuori rosa è solo un ricordo sbiadito.
Andrea ti saresti mai aspettato un exploit del genere?
“Sinceramente no, considerato il girone difficilissimo sono sorpreso anch’io, ma, questo, credo sia il frutto del grande lavoro svolto durante la settimana. A ciò aggiungerei l’affiatamento con i compagni senza dimenticare i sacrifici di una società che non ci fa mancare mai niente”.
Dimentichi qualcuno?
“Il mister Corrado Urbano, che oltre ad essere un tecnico preparatissimo rappresenta un secondo padre, l’intero staff tecnico e quello medico, persone semplicemente eccezionali disponibili in ogni momento”.
Scaramantico?
“No assolutamente anche se a volte preferisco indossare sempre le stesse scarpette”.
Diciassette reti, quattro in più della passata stagione, vinta la scommessa fatta in estate con il diesse Sabelli?
“Il direttore sapeva di perderla (ride) ma nonostante tutto ha accettato per spronarmi a fare meglio. E' lui il vincitore morale”.
Il tuo record di marcature risale alla stagione 2009-2010 con la maglia del Real Isernia in Eccellenza: 19 gol. Sei ad un passo dal superarlo.
“L’Eccellenza non è la serie D, lì è tutto più facile, comunque a questo punto non posso tirarmi indietro”.
A otto giornate dalla conclusione a quanti gol arriverai?
“Non è mio costume fare pronostici ma se proprio devo rispondere mi piacerebbe arrivare almeno a venti”.
Agnonese da play-off? A questo punto non potete più nascondervi.
“A due mesi dalla fine abbiamo raggiunto la salvezza, adesso arriva il piatto più gustoso, noi certamente non ci tiriamo indietro anche se bisogna tenere conto della forza degli avversari”.
Se non mi avesse preso l’Agnonese a quest’ora giocherei a Guglionesi (suo paese natale). Confermi di aver detto questa frase?
“Non propriamente, ma sicuramente devo tanto all’Agnonese che mi ha voluto fortemente e ha sempre creduto in me”.
E l’Agnonese quanto deve ad Andrea Sivilla?
“Non lo so, quello che vi posso dire è che io vado in campo sempre per dare il massimo come del resto fanno tutti i miei compagni”.
Come ha fatto il Campobasso a non accorgersi di avere un bomber di razza come stai dimostrando di essere?
“E’ una domanda che dovreste girare a loro (poi preferisce non andare oltre)”.
Ci dicono che sei stato messo fuori rosa per colpa di Ferruccio Capone dopo una gara ad Aversa. E’ vero?
“Mah, c’è una domanda di riserva?”
Dopo l’addio ai lupi e la valanga di gol messi a segno ad Agnone hai ricevuto chiamate dal capoluogo di regione da parte della tua ex dirigenza?
“A parte qualcuno, il primo nome che mi viene in mente è quello di Giulio Perrucci, non mi ha mai chiamato nessuno”.
Sei dispiaciuto per questo?
“Fa parte del gioco del calcio. Oggi sto benissimo ad Agnone. Punto”.
E’ vero che a Campobasso i calciatori con carta d’identità molisana non sono tenuti in considerazione?
“Basterebbe citare l’esempio di Tonino Minadeo per smentire, contestualmente con una società made in Molise sono convinto che ci sarebbe più spazio per giocatori del posto”.
Un aggettivo per definire il direttore sportivo Maurizio Sabelli?
“Un volpone che ha grande fiuto”.
Un pregio e un difetto di Bubu Keita tuo compagno di reparto.
“E’ un giocatore indispensabile per l’economia della squadra, anche quando sta male e non segna sa come vestire i panni di assistman. Difetti? Non credo ne abbia”.
Un giudizio sugli under dell’Agnonese?
“Interessantissimi e non lo dico perché sono di parte. Prendete ad esempio Antonio Patriarca, quando chiamato in causa ci ha messo sempre il cuore”.
Il tuo primo tifoso?
“I miei nonni Andrea e Maria, a seguire i miei genitori Luigi e Lorella che quando possono mi seguono dappertutto al pari della mia fidanzata Angela e di mia sorella Marika”.
Chi vincerà il campionato?
“E’ un torneo molto equilibrato e i giochi sono apertissimi, ma alla fine punterei sulla Sambenedettese che ha un organico davvero importante”.
Su di te hanno messo gli occhi diversi club professionistici. Confermi?
“Smentisco categoricamente, al momento non ho ricevuto nessuna chiamata e a 27 anni se devo dirti come la penso preferisco restare in D e magari essere protagonista e non salire di categoria per fare la semplice comparsa”.
Parola di bomber…