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Ricordo dell’Ing. Luigi Tirone

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Caro Gigi,

è già passato un anno dal tuo ritorno alla Casa del Padre ed in questa occasione  ho deciso di scriverti due parole per ricordarti ancora.

Se ti conoscevo bene so che in questo momento vorresti startene lassù su una nuvola, con un  cartello che si intravede tra i bagliori del cielo con su scritto: - Si prega di non disturbare -

Ricordo le apprensioni di un anno fa, allorché abbiamo sempre pregato che tu ce la facessi, a superare il male subdolo che ti attanagliava,  dopo tante sofferenze vissute sempre nella dignità che ti competeva.

E’ utile sottolineare che eri l’incarnazione della bontà infinita, retto, onesto che vivevi solo per la famiglia e per il lavoro.

Hai rappresentato per anni la professionalità fatta persona ; eri un ingegnere/manager sublime e da te ci giungevano i feed-back più significativi di quella che fu un’epoca di valori,  di tradizioni e di dedizione al sacrificio, di cui oggi si è persa traccia . Eri un grande lavoratore, dunque, appartenente ad una delle famiglie più prestigiose del Molise.

Eri un generoso, pronto a farti in quattro non solo per la tua famiglia di origine, ma anche e soprattutto per quella di tua moglie, dei suoi familiari, sino all’ultimo anello dei suoi parenti.

Quando parlavi dei Tirone ti brillavano gli occhi e sapevi descrivere anche con una certa dose di ironia le caratteristiche, gli aneddoti ed il talento della tua dinastia.

Non dimenticherò mai che quando mio Padre era degente al Policlinico Umberto I, tu venisti e gli radesti anche la barba, con una dedizione senza pari, quella che si riserva ad uno zio, sia pure acquisito.

Ciò nonostante ti era connaturale quell’atteggiamento sempre improntato alla modestia, all’amore verso gli altri, all’umiltà, caratteristiche che ti distinguevano, unitamente alla solarità che era il fiore all’occhiello della tua essenza.

Eri orgoglioso di tutti le tuoi figli, Antonio, di Elvira, i tuoi gioielli, e di tua moglie Lea, un amore sbocciato in età adolescenziale, tra romantici corteggiamenti lungo il corso di Agnone e sguardi appassionati   e spalmato lungo una vita intera con la stessa intensità 

Ti ricordo anche come sportivo appassionato di calcio, come grande tifoso della Lazio, come sciatore provetto in particolare sulle montagne di Capracotta. 

Il tuo sorriso ingenuo, disarmante, la tua dolcezza,  facevano breccia nel cuore di chicchessia, lasciando trasparire quell’atteggiamento sempre improntato alla comprensione, alla distensione, alla conciliazione, volto all’indignazione solo ed esclusivamente a fronte della slealtà e della poca correttezza, che  hai sempre combattuto.

La tua missione di padre e marito esemplari, hanno lasciato  un vuoto incolmabile nei cuori di coloro che lo hanno amato, cosa facilissima per chiunque ti avvicinasse.

Spero che la vicinanza del santo a me caro, Padre Pio, possa favorire il tuo ingresso alla mensa dei Grandi , ove oggi sei nella luce insieme al tuo affettuoso suocero, il maestro Palmo che, come amorevole suocero, insieme alla Maestra Custode, ti   hanno amato più di un figlio, al pari delle tue raffinate sorelle ,  rendendo più agevole il sonno dei giusti!

Oggi, dunque, celebriamo l’anniversario di un signore d’altri tempi, dunque, uscito dalla scena della vita terrena, ma non da quella spirituale, che lo vedrà sedere in un sicuro posto in Paradiso.

Gigi quando si fa sera, ricordati di tutti noi, che ci hai lasciati  così….Non senza la promessa che un giorno ci rivedremo in un abbraccio senza fine, in un amore di tutti i tuoi amici e parenti che ti permetterà di vivere oltre te stesso, mirando e sospirando la luce dell’eternità.

Buon anniversario Gigi, non ti dimenticheremo mai…..

 

Paolo Porrone

 

 

Agnone li 13/02/2017

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