Avevo parlato con Nazario qualche settimana fa, allorquando l’ho incontrato al Gemelli di Campobasso nel reparto di radioterapia, dove stava in cura. Abbiamo parlato un po’ del passato e del presente, alla fine gli ho fatto gli auguri di una pronta guarigione perché credevo e speravo che ce la facesse dal momento che è sempre stato di robusta costituzione. Non è stato così dal momento che il male lo ha fiaccato in breve tempo. Ci ha lascito in punta di piedi, ma ci restano i suoi tanti ricordi. E’ sempre stato un uomo attivo, pieno di iniziative ed idee che ha sempre concretizzato con successo. In qualsiasi attività si è cimentato l’ha sempre portata a termine con risultati positivi, lavorando con competenza, impegno e serietà profes
Molto socievole e disponibile al dialogo sapeva attirare i clienti con la sua simpatia e giovialità, facendosi voler bene ed apprezzare. In virtù di queste sue doti umane ha saputo costruire quello che è stato il suo capolavoro lavorativo, il Ristorante la Rosa dei venti che certamente oggi è uno dei locali più frequentati ed apprezzati dell’intera regione Molise. Da macellaio, sua prima attività, si è trasformato in poco tempo in ristoratore e non solo ha creato lavoro per sè e la sua famiglia, ma anche per altri che hanno trovato un posto di lavoro dentro il suo ristorante.
Supportato dalla moglie e dalle figlie ha saputo così bene organizzare la sua attività tanto da portare a Trivento centinaia e centinaia di persone per gustare i piatti tipici triventini e molisani e come se questo non bastasse ha affrontato anche la sfida della cucina del pesce dimostrando che tale cibo si poteva gustare con ottimi risultati anche nelle zone interne del Molise. E la scommessa è stata vinta perché oggi molti, anche provenienti dai paesi di mare, si recano alla Rosa dei venti per gustare il cibo di mare.
Da un punto di vista turistico il Ristorante “ La rosa dei venti ” è stata una ottima cartolina per Trivento e questo è un grande merito di Nazario. Oggi lascia questa sua maestria imprenditoriale ai figli, i quali certamente, avendo avuto un buon maestro, sanno e sapranno continuare il lavoro iniziato con tanti sacrifici dal loro amato congiunto. E’ andato via solo fisicamente perché l’eredità di affetti che lascia non verrà mai meno e continuerà a vivere nella memoria di chi resta Sono sicuro che dall’alto del cielo Nazario, il cui soprannome era Carratino, guiderà la costellazione del grande carro e saprà sempre vigilare sulla sua famiglia e su quanti gli hanno voluto bene. A noi non resta che ricordarlo per tutto quello che di buono ha saputo fare.